giovedì 2 gennaio 2014

RAID: Redundant Array of IDiots!

Una sigla che tempo fa solo i sysadmin di alto livello conoscevano, e ora un acronimo che si trova sulla confezione di parecchie motherboard di fascia commodity.
Ne ho configurati tanti di sistemi RAID, sempre a livello enterprise. I primi software, perché l'I(nexpensive) è troppo spesso sinonimo di gratis. Poi sono arrivati i controller hardware, tanto costosi quanto veloci e affidabili. Sia chiaro, non mi sono mai pentito di un RAID software e, complice la fortuna, non ho mai avuto dei problemi che un softraid (ora md) o un GEOM non sia stato in grado di risolvere. E se oggi dovessi fare un RAID nuovo valuterei il software come primo investimento.
Ma questo post non è relativo a ciò che io penso del RAID, quanto alla esperienza accumulata vedendo sysadmins configurare RAID in modo piuttosto sconclusionato.
Pazienza fare il RAID fra dischi di taglio differente, dopotutto con un po' di lavoro su MBR ci si riesce ancora. Ma usare dischi di velocità differenti è veramente da virtuosi! 
Per non parlare di quando si tenta di fare un RAID con il numero sbagliato di dischi, o con troppi dischi di spare (comprare 8 dischi per fare un RAID con due dischi di spare, ad esempio). O di quando si pensa che un RAID 5 sia robusto quanto un RAID 6 e, per pura assunzione matematica, un RAID 10 è il top perché è semplicemente quello con il numero piu' alto...
E per finire: configurare una serie di dischi in un modo RAID per poi trovarsi con molto meno spazio di quello stimato. E pensare pure di aver fatto le cose giuste senza rendersi conto che si è solo sbagliato livello di RAID.

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