domenica 22 giugno 2014

Mosche Volanti

Cara Carmensita,
solitamente non scrivo mai di cose personali, cerco di essere riservato e temo strumentalizzazioni. E poi lamentarmi non mi piace: temo sempre di essere inopportuno.
Ma sono ormai alcuni centimetri di barba che ho dei pensieri. 
Non hanno un filo logico, non saprei almeno spiegare qual'è il legame che li accomuna e li presenta con insistenza. 
Cerco allora di scriverteli, consapevole che non li sto affatto esorcizzando.

Sovrasemplificando posso dire che i pensieri si dividono in positivi e negativi.

I pensieri negativi si comportano un po' come le "mosche volanti" che galleggiano nel mio vitreo sporco: non ti fanno vedere la vita in bianco e nero, ma sono abbastanza fastidiosi da costringerti a girare lo sguardo anche quando stai guardando una cosa bella. E come le mie mosche volanti, non sai mai da che direzione o quando si presenteranno, né per quanto tempo. 
Forse questo è uno degli aspetti piu' affascinanti della mente umana.

Chissà magari con il passare del tempo questi pensieri si adageranno sul fondo, un po' come le mie mosche volanti, e avrò nuovamente la visione "sgombra".

Di certo oggi questi pensieri negativi ci sono, e mi rendono quasi insensibile (ma non irriconosciente) perfino davanti a dei bei regali, non importa di che portata siano, fossero anche grandi come una casa.



Il lato negativo dei pensieri negativi è che si rafforzano, negativamente.
Credo sia una caratteristica umana: è piu' facile pensare negativo quando le circostanze sono negative.
Circostanza: quello che sta attorno. Troppo spesso ci si dimentica che dove si sta è piu' importante di cosa ci sta attorno.

Il lato positivo dei pensieri negativi è che ti spingono a riflettere.
Ad esempio su giustizia e Dio.
Perche' proprio su questi due? Forse perché quando le circostanze sono negative ci sembra che entrambi questi concetti siano accomunati da una egual assenza.

Riguardo la giustizia ti dirò, forse non è vero che è assente, forse sono solo io che non sempre riesco a capirla. Sicuramente io non sono in grado di giudicarla, perché credimi che se fossi io a decidere sulla giustizia il mondo sarebbe molto piu' ingiusto di come è adesso. E non lo dico perché sono rancoroso o arrabbiato, è che un po' tutti ci sentiamo sempre parte lesa e riteniamo di essere in grado di poter essere equi, ma in fondo forse non lo saremo mai.
E' un altro degli aspetti della natura umana: l'erba del vicino è sempre piu' verde.

Riguardo Dio, beh non abbiamo mai parlato di Dio.
Solitamente quando le circostanza sono avverse la fede tende a vacillare; la mia no e probabilmente perché non sono un gran esempio di fedele. Credo che Dio esista, credo ne esista solo uno visto che così mi è stato insegnato, e non sento l'esigenza di cercarne altri.
Anzi, proprio nelle circostanze avverse so che esiste: lo sento mentre preme il suo pugno sul mio stomaco.
Ti scrivevo che la mia fede non vacilla, anche se forse sarebbe piu' corretto dire che le mie abitudini non vacillano. Eh si, perché non ho certo intenzione di pregare di piu' o di cambiare le mie rare manifestazioni religiose. E non per lanciare una sfida, ma perché se mi si vuole piagnucolante allora non si merita venerazione.
E allo stesso tempo non varierò il numero di candeline accese con mio figlio.


Mi diletto di programmazione. Non sono un programmatore famoso, non certo uno che cambierà il mondo con i suoi programmi.
Io curo le anomalie dei software, chiamate in gergo bug.
  • Alcune forme di bug possono essere risolte semplicemente con un cambio di contesto.

  • Alcune forme di bug richiedono un piccolo intervento chirurgico.

  • Alcune forme di bug richiedono un intervento complesso e lungo, con arresto e fermo del sistema per diverso tempo.

  • Alcune forme di bug non si manifesteranno mai.

  • Alcune forme di bug produranno la morte accidentale del sistema in tempi brevi.

  • Alcune forme di bug non faranno in tempo a manifestarsi perché il sistema sarà sostituito prima.

  • Alcune forme di bug non veranno curate perché il sistema è troppo obsoleto.

  • Alcune forme di bug (de)genereranno in altre forme.

  • Ogni volta che si manifesta un bug occorre fare opportuni accertamenti e programmare gli interventi necessari, nonché ripetere una fase di esami funzionali per assicurarsi che il problema sia risolto.

  • La cura di un bug puo' scatenare altri effetti collaterali, anche altre forme di bug.

Sostiuisci alla parola "bug" la parola "cancro" e rileggi.

Cancro è una parola che ha diversi significati, e che produce sensazioni differenti in chi la legge o pronuncia. E anche questa è una delle cose affascinanti della mente umana.
Se usata per indicare il segno zodiacale, ad esempio di un figlio, penso generi pensieri positivi. 
Se usata per indicare una malattia, genera sicuramente pensieri negativi.

Il cancro (la malattia) è una delle cose piu' vigliacche che la natura potesse inventare. E' una cosa che rende anche me vigliacco, perché cerco di non parlarne nella speranza che non mi noti.
Il cancro è una cosa che non auguro nemmeno al mio peggior nemico, ma ad essere sincero non mi sconvolgerebbe se capitasse a qui pochi che han cercato di minare la mia famiglia. 
Come ti scrivevo, forse è meglio che non sia io a decidere cosa sia giusto e cosa no!

Una persona molto influente mi disse che il tempo è l'unica cosa veramente democratica, perché passa per tutti in ugual misura. Ho sempre pensato fosse vero, ma scontrandomi con una malattia del genere capisco che è un ragionamento sbagliato. 
Sbagliato è quello che si sta misurando: non importa che la velocità sia la stessa, la distanza è ciò che conta, e quindi se il tempo passa uguale per tutti, la quantità accumulata fa la differenza, anche se mitigata dalla qualità
E forse in questo ragionamento ci sta che le malattie siano abbastanza giuste nel non giudicare chi colpiscono, anche se la vera giustizia pare essere una frase da velina: "non avere malattie nel mondo".

Nella parola "cancro" è contenuta anche la parola "arco", e pensavo a quando mi dilettavo in questo sport. 
Sono stato un buon arciere, non uno famoso, ma me la cavavo. 
Ho avuto un grande fan che mi spingeva a fare le gare anche quando non mi sentivo pronto, quando la mia "forma" non era al top. Eh si perché se gareggi solo quando sai di vincere allora sei un vigliacco. Ed ecco perché ritengo che il cancro sia una manifestazione di vigliaccheria: se ne sta nell'ombra, a prepararsi, ad allenarsi, per mostrarsi solo quando si sente pronto ad affrontarti.

L'arco è stato uno sport molto importante per me. La sua individualità mi ha insegnato a contare sulle mie forze, e adesso che non lo pratico piu' forse mi sento meno forte. 
Se non fosse stato per l'arco non avrei nemmeno preso in considerazioen di sposare mia moglie.


Ti scrivevo a proposito del mio grande fan.
Il fan è una persona che ti sostiene in molte delle scelte che fai, se non in tutte. Non importa quale sport tu voglia praticare, perché incidentalmente è anche il preferito del tuo fan. Nel mio caso, fu' l'arco.
Il fan è quella persona che rimette a posto il frigo portatile dopo che lo hai preso a calci per una voléé sbagliata, come pure è quello che si alza presto per portarti ad un raduno le aste nuove da provare. E' anche la persona che, alla tua prima gara, va a recuperare le frecce buttate fuori mentre tu sei troppo impegnato a piangere.
Alla tua gara successiva troverà il modo di aggiustarti gli occhiali, ben contento di come questo significherà guidare fino in Sicilia per una nuova competizione.

Il fan è spesso incompreso: agli occhi delle altre persone risulta quasi ridicolo per la passione che ha. Alcune persone addirittura vedono nei fan la causa dei tuoi insuccessi, ma io non ho mai dato credito a queste teorie.
Inutile dirlo, al fan non importa quante delle oltre 144 frecce tu sbagli, perché ha siglato un accordo segreto in due articoli:
  1. guarderai con il cannocchiale ogni freccia, eventualmente segnandola come un vero giocatore di briscola;
  2. il tuo atleta è il migliore che esista sempre e comunque.

Con questo non voglio dire che ogni fan sia con il paraocchi e non oggettivo, anzi devo ammettere che il mio piu' grande fan è sempre stato oggettivo nei miei confronti. Anche se la componente soggettiva è quella che mi piaceva di piu'.

Ora il mio piu' grande fan è malato.

La sua malattia è il mio segno zodiacale, che strana coincidenza. 
Per uno come me, che cerca sempre di trovare il legame negli avvenimenti, è un po' quello che mi merito.
Sai, ho dato il primo bacio a mia moglie il giorno 3, ci siamo sposati il giorno 4, fidanzati il giorno 5, e un altro lieto evento il giorno 6. Insomma, ho reso l'idea.
Chissà, forse questa attitudine mentale mi deriva proprio da quando, agli albori della mia carriera arcieristica, il mio piu' grande fan aveva elaborato uno strano collegamento fra le mie performance e quelle di Tomba, il suo secondo atleta preferito.

Ricordo di aver pensato in piu' di una occasione quanto fosse facile la vita del fan: sempre dietro la linea di tiro a guardare, mentre in pedana con le gambe tremolanti e il cuore in gola c'ero io.

Ora che dietro alla linea di tiro devo starci io ti dirò che è molto dura.

E così questi sono piu' o meno le mie mosche volanti, che continuano ad infastidirmi nel breve periodo, anche se paradossalmente quello che mi interessa ora è il lungo periodo.